NAPOLI – Tra i consiglieri ad aver rotto gli indugi chiedendo un cambiamento nel governo cittadino, Mario Coppeto è capogruppo di Sinistra in Comune ed esponente di LeU. Critico nei confronti di De Magistris quando è necessario, lo ritiene però un attore fondamentale nel panorama della sinistra italiana. E per Napoli vuole due anni di fine mandato in cui si consegi una città diversa: “Nuova pianificazione affidata in mani competenti e capaci”.
De Laurentiis ha lanciato un attacco durissimo contro De Magistris e l’amministrazione. Perché?
“Perché sente il bisogno di attaccare il sindaco e l’amministrazione? Perché ora e non prima? Lo stadio è del Comune. E una società, sia pure prestigiosa come il Napoli, deve sedersi al tavolo e parlarne. Anche De Magistris ha le sue responsabilità. Il mio invito è incontrarsi al più presto al Comune e che si risolva la questione. La querelle non fa bene a nessuno. Invito il presidente ad astenersi da facili esternazioni, populiste e fin troppo scontate. Potrebbe magari mettersi a disposizione della città, chiedendosi cosa sia utile per essa. Non ho visto un euro speso per una squadretta di periferia, aiutando, attraverso uno sport socialmente utile, ragazzi e ragazze a rischio. Ho visto invece un biglietto della curva costare 35 euro. Un imprenditore che vuole bene alla città dovrebbe essere attento anche a queste dinamiche”.
Sono passati ormai 7 anni, la sindacatura volge al termine. Un bilancio?
“De Magistris ha avuto un grande merito: non far scivolare la città a destra. Sul piano amministrativo è ovvio che le cose fin qui fatte sono parziali. A partire dall’igiene della città, i trasporti, le politiche sociali. Perché alcune cose non sono state fatte? Penso che forse la squadra, o le squadre che si sono alternate, probabilmente dovevano essere più all’altezza. Non getto la croce su nessun singolo assessore. Ma se alcune questioni sono ancora il punto di crisi della città, delle due una: o complessivamente non si è all’altezza o qualcuno non è stato in grado. Ed è quello che abbiamo detto quando siamo stati ricevuti come gruppo e come partiti. Certo, c’è il grande tema delle finanze a disposizione e del debito pregresso. Solo un esempio: quanto ha pesato l’eliminazione dell’Imu?
C’è quindi bisogno di un cambiamento nel governo cittadino? Lo dicono in tanti…
“La questione non è solo cambiare qualche nome. Anzi, mi arrabbio moltissimo quando qualcuno pensa di cavarsela dicendo “Coppeto vuole entrare in giunta”. Non è all’ordine del giorno. C’è innanzitutto un problema di equilibrio politico. La giunta non può essere monocolore ed è responsabilità del sindaco. A me in realtà interessa molto di più riequilibrare competenze e capacità, perché c’è un tema di mancanza di governo. Faccio un esempio. Prendiamo il boom di turisti. Ma noi come Comune siamo in grado di soddisfare quei bisogni? No. E’ molto difficile aumentare il numero di cestini getta carte ai Decumani? Che il decoro di piazza del Gesù o San Domenico Maggiore sia migliore? Parte del governo di questa città, invece di fare non so cosa, si può anche dedicare a queste cose? E’ un esempio per dire quanto ci sta a cuore Napoli. Chiediamo un riequilibrio in questo senso”.
Veniamo al futuro. Cosa fare in questi ultimi anni di governo?
“Si chiuderà una fase, i 10 anni di De Magistris. Che città consegniamo? Io sono ancora in attesa che il consiglio possa discutere di alcuni processi di pianificazione. Leggere e progettare: piano regolatore, piano dei trasporti, della mobilità, il programma dei parcheggi e così via. Cosa immaginiamo per i futuri due anni? Entriamo nel merito della questione ed evitiamo di lasciare una città che ha solo litigato per la vicenda del ‘Debito ingiusto’, anche se sono d’accordo con il discorso. Ma anche su questo, c’è tanto da fare. Io mi auguro che nella prossima legge di bilancio si preveda la rimozione del fardello dei 90 milioni di sanzione. Riconosco a De Magistris ed Auricchio di star facendo un ottimo lavoro in questo senso. Ma tutti gli altri che fanno? Che facciamo? Ci grattiamo la pancia? Possiamo intervenire per migliorare trasporto, decoro urbano, lavorare ad esempio al miglioramento del trasporto scolastico per i disabili? Ci eravamo impegnati per politiche di decentramento, ci ripresentiamo con lo stesso sistema delle Municipalità. Possiamo mettere in campo una spending review anche all’interno dell’amministrazione senza ledere nessun principio democratico? Io continuo a richiedere questo, non altro”.
Quindi tracciare un piano di fine mandato e affidarlo a una squadra migliore?
“Chiedo che si facciano le cose per bene e sul serio nel governo della città. Prendiamo ad esempio la proposta di dare deleghe speciali ai consiglieri comunali. Non ha nulla a che vedere con il governo della città. E’ un semplice riequilibrio politico, che pure è necessario. C’è una palese incapacità di assolvere ai propri compiti in un certo modo. Ed è il punto fondamentale. Il governo cittadino si articola in tre postazioni: il sindaco eletto, il Consiglio e la giunta, di competenza del primo cittadino. De Magistris può anche decidere per una giunta sconnessa dal contesto politica, di soli tecnici. Ma così non è, è molto politicizzata e quasi moncolore DemA”.
Veniamo agli avversari. Cantalamessa, immaginando un sindaco leghista, ha proposto tolleranza zero verso gli abusivi d’ogni genere, pugno di ferro sull’immigrazione, lotta alla camorra. Possono sfondare?
“Dopo quello che è accaduto il 4 marzo e con Trump può succedere di tutto. La gestione della vicenda del Vasto ci dimostra che può accadere. Cantalamenssa trae il proprio spazio in quel contesto. Ho incontrato persone che vivono in quell’area, ho dialogato con loro per capire cosa stesse accadendo. Le persone che mi hanno contattato e che oggi seguono Cantalamessa gravitavano nella nostra orbita. Possiamo dire che Cas e Sprar sono stati concentrati tutti lì ed è stato un errore. Ma anche se non è competenza del Comune, non si poteva e può spingere perché alcune cose cambino? Cosa ha impedito a sindaco ed assessori di chiedere un incontro in Prefettura per capire cosa stesse accadendo e come risolverlo? Faccio un altro esempio, una notizia passata inosservata. Poco prima del 15 la polizia ha scoperto in una strada centrale, in vico Tace, una centrale di prostituzione minorile maschile. Sembra l’Italia del dopoguerra descritta da Malaparte. Questa non è competenza dell’amministrazione comunale. Ma possiamo tollerare che accadano cose del genere? Quando succedono tutte queste robe, chi invoca poi il pugno duro, ha vita facile”.
De Magistris, dopo i fatti di Genova ha chiesto di revocare la concessione anche per la Tangenziale. Cronache ha lanciato una campagna per l’abolizione del pedaggio. E’ d’accordo?
“Questa richiesta deve essere accompagnata da due elementi. Chi si accolla i costi del personale della tangenziale? Il sistema delle partecipate? La rete autostradale nazionale? E la manutenzione. Genova non ci dice che è sbagliato privatizzare o meno. Il problema è chi fa la manutenzione. La tangenziale, scorporata dal pedaggio, diventa proprietà del Comune? Dobbiamo rispondere a queste domande. Io non ho nostalgia per il carrozzone che era l’Anas. Né sono ideologicamente prevenuto contro l’assegnazione a privati di un bene pubblico. Ma è possibile che lo Stato non riesca ad esercitare un controllo severo e puntuale sulle questioni, pena la revoca delle concessioni?”.